La fiducia reciproca tra avvocato e cliente è un elemento essenziale del rapporto professionale e gioca un ruolo cruciale per il buon esito di qualsiasi procedimento legale. Tale fiducia si basa su obblighi e diritti specifici che guidano entrambe le parti e sono regolamentati dalle normative deontologiche. La fiducia del cliente verso l’avvocato Un cliente deve potersi affidare completamente al proprio avvocato, riconoscendone la competenza, l’integrità e l'impegno. Questa fiducia si traduce nella necessità di fornire al legale tutte le informazioni pertinenti, senza omissioni. Solo in questo modo, l’avvocato è in grado di sviluppare una strategia difensiva efficace e mirata, basata su un quadro completo dei fatti, documenti e testimonianze. Un cliente che si fida dell’avvocato è più propenso a condividere apertamente le proprie aspettative e preoccupazioni, elementi fondamentali per una difesa solida. La fiducia dell’avvocato verso il cliente L’avvocato, a sua volta, deve poter confidare che il cliente sia sincero e trasparente. Questo rapporto bidirezionale consente al legale di pianificare al meglio la strategia difensiva, coinvolgendo l'assistito nelle decisioni legali più rilevanti. La trasparenza nell’interazione è essenziale non solo per l’elaborazione delle strategie ma anche per prevenire possibili malintesi o fraintendimenti. Il segreto professionale L’obbligo di riservatezza è sancito dall’art. 28 del Codice Deontologico Forense. Questo articolo stabilisce che l’avvocato deve mantenere il segreto su tutte le informazioni ricevute durante il mandato, anche dopo la sua conclusione, sia essa per adempimento, rinuncia o mancata accettazione. Tale vincolo garantisce al cliente che ogni elemento condiviso rimarrà protetto, aumentando la fiducia nell’avvocato. Chiarezza e trasparenza dell’avvocato L’art. 27 del Codice Deontologico Forense impone all’avvocato di informare chiaramente il cliente delle caratteristiche dell’incarico, delle attività da svolgere, delle possibili soluzioni e della prevedibile durata del processo. Inoltre, l’avvocato è tenuto a comunicare eventuali oneri ipotizzabili e, se richiesto, fornire una stima scritta dei costi della prestazione. L’aggiornamento costante sugli sviluppi della causa è un ulteriore obbligo deontologico, volto a garantire al cliente una visione chiara dell’andamento del procedimento. Il rispetto del rapporto fiduciario L’avvocato è tenuto ad agire sempre nell’interesse del cliente, evitando cause inutili o azioni legali che potrebbero gravare economicamente l’assistito senza una reale prospettiva di successo. Spingere un cliente a intraprendere azioni legali non necessarie è considerato un illecito disciplinare. Il rapporto di fiducia è dunque fondamentale per proteggere il cliente da decisioni dannose e per garantire una difesa etica e responsabile. Il reato di truffa Infine, la fiducia può essere violata in modo grave quando l’avvocato abusa della posizione fiduciaria per scopi illeciti. La Cassazione penale, con la Sentenza n. 34887/16, ha stabilito che un avvocato commette il reato di truffa se induce il cliente in errore incassando compensi per prestazioni mai svolte. Questo principio sottolinea l’importanza dell’etica professionale e della responsabilità dell’avvocato nel rispettare il rapporto fiduciario. La fiducia reciproca tra avvocato e cliente non è solo auspicabile, ma essenziale per garantire un percorso legale trasparente, efficace e rispettoso dei diritti di entrambe le parti.La fiducia fra avvocato e cliente
Perché fidarsi del proprio avvocato senza nascondere nulla? E perché il legale deve potersi fidare del proprio cliente o assistito?
by Albert Corradetti, avvocato penalista integratowww.avvocatoalbertcorradetti.italbertcorr@libero.it
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